Cosa succede se prendo più rimedi omeopatici insieme?

Cosa succede se prendo più rimedi omeopatici insieme?

E, come spesso accade in omeopatia, la risposta è: dipende!

Per capirla davvero, dobbiamo prima conoscere come si prescrive l’omeopatia. Esistono infatti quattro scuole di pensiero, e ciascuna ha un modo diverso di combinare i rimedi.

 1. Le quattro scuole di prescrizione omeopatica

1️⃣ Unicismo

 Un rimedio alla volta, scelto con estrema precisione
 Grande attenzione ai sintomi mentali
 Potenze spesso alte (CH 30 – 200 – LM)
✔️ È il metodo classico hahnemanniano.

Con l’unicismo, i rimedi non si assumono insieme.

Se proprio necessario, possibilità contemporanea assunzione di rimedi in scala decimale per piccole patologie acute.

2️⃣ Pluralismo

 Più rimedi nell’arco della giornata, non nello stesso momento
 Ogni rimedio cura un gruppo di sintomi diverso
Le potenze devono essere compatibili
✔️ È un metodo molto usato in acuto.

Qui si possono assumere più rimedi, ma a distanza calibrata.

3️⃣ Costituzionalismo

 Si lavora sul terreno del paziente e sulla sua costituzione
Si possono usare più rimedi, ma coerenti tra loro, della stessa famiglia
 L’obiettivo è riequilibrare  costituzione e tendenze patologiche contemporaneamente

Con il costituzionalismo, prendere più rimedi è normale… ma devono essere “compagni di squadra”.

Si possono prescrivere, nell’arco di una stessa terapia, rimedi costitizionali, rimedi diatesici, rimedi del momento patologico secondo un preciso schema terapeutico dato dall’omeopata.

4️⃣ Complessismo

 È la scuola dei rimedi complessi, cioè “formule” già pronte
Bassa diluizione (DH o prime CH)
 Ogni complesso è pensato per un disturbo preciso: tosse, mal di gola, indigestioni, cistiti…

I complessi possono essere assunti insieme se sono dello stesso distretto (es. respiratorio) o comunque nell’arco della giornata. Se assunti in gocce, anche nello stesso bicchiere d’acqua naturale.

 2. Cosa succede davvero se li prendo insieme?

Dipende da che tipo di rimedi stai usando:

✔️ Se usi rimedi costituzionali → nessun problema

Lavorano nella stessa direzione, non si disturbano.

✔️ Se usi complessi decimali → in genere compatibili

Si possono assumere anche ogni 15 minuti, soprattutto negli acuti.

✔️ Se usi rimedi del pluralismo → ok, ma distanziati

Es.

  • Rimedi a bassa diluizione: ogni 30–60 minuti
  • 15CH: max 2 volte al giorno
  • 30CH: 1 volta al giorno
  • 200CH: effetti per giorni

⚠️ Quando c’è rischio?

Quando si assumono rimedii incompatibili o antidotanti tra loro, oppure quando si mescolano potenze senza logica, rischiando di annullare l’azione terapeutica dei farmaci.

Esempio:

  • Un rimedio 30CH troppo vicino ad  un complesso decimale o ad una altro rimedio alla stessa diluizione può “spegnerne” l’effetto..
  • Due rimedi che si antidotano si annullano a vicenda.

3. Il rischio maggiore? Il fai-da-te.

Nell’acuto, si dice che:
 “la malattia brucia il rimedio”
Quindi si può aumentare la frequenza.

Nel cronico invece:
 serve una strategia precisa, altrimenti non si ottiene alcun miglioramento.

Ed è qui che l’omeopata serve davvero:
✔️ capisce quale rimedio
✔️ quando assumerlo
✔️ a che distanza
✔️ con quale potenza
✔️ se può essere associato ad altri farmaci

Conclusione

Sì, è possibile assumere più rimedi omeopatici, ma solo se:

  • appartengono alla stessa logica prescrittiva
  • non sono incompatibili
  • le potenze sono ben calibrate
  • c’è una strategia dietro, non un mix casuale

La regola d’oro?
Evita il fai-da-te e affidati a un professionista.

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