Qual è l’antinfiammatorio omeopatico più potente?

Una domanda frequente, alla quale rispondiamo volentieri.
In omeopatia non esiste un antinfiammatorio universale paragonabile all’ibuprofene o al cortisone, perché ogni infiammazione viene vista come un’espressione individuale del malessere e va trattata in base alla costituzione del paziente e alle modalità del sintomo.

Quindi… qual è il rimedio giusto?
Dipende. Ogni biotipo ha il suo rimedio “di elezione”:
* Apis Mellifica → per soggetti longilinei/muriatici, infiammazioni con edema rosa, dolore pungente, migliora con il freddo
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* Ferrum Phosphoricum → nei fosforici, per infiammazioni lievi e primi stadi febbrili
* Belladonna → per infiammazioni acute con febbre alta e ipersensibilità al caldo (biotipo carbonico)
* Aconitum → per i sulfurici, febbre o dolore improvvisi e intensi

Altri antinfiammatori omeopatici molto usati:
* Rhus Toxicodendron – Dolore articolare/muscolare che migliora con il movimento
* Bryonia – Dolore che peggiora col movimento, richiede riposo assoluto
* Ledum Palustre – Per dolori “che salgono” (arti → centro)
* Kalmia Latifolia – Per dolori “che scendono” (tronco → arti)
* Arnica Montana – Post-trauma, dolori muscolari, ecchimosi, non per tutte le infiammazioni!

E per il mal di testa?
Anche qui, nessun rimedio valido per tutti. Bisogna considerare:
* Modalità (migliora o peggiora con luce, movimento, rumore, caldo, freddo)
* Sede e lateralità del dolore
* Cause scatenanti (stress, ciclo, digestione…)
* Atteggiamento antalgico del paziente
* Profilo psico-costituzionale

L’omeopatia non sopprime, riequilibra
Il rimedio giusto non si sceglie in base alla patologia, ma alla persona e al suo modo di reagire al dolore.
Ecco perché spesso è consigliabile farsi seguire da un esperto.
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Perché anche quando si parla di infiammazione…
è sempre questione di costituzione!